Al di là del quadro: la dimensione poetica di Paolo Nuti

Al di là del quadro, in un luogo che l’artista non vede, ci siamo noi e le nostre emozioni. Alla stregua di Virgilio, che guida Dante verso possibilità a lui precluse, Paolo Nuti ci guida oltre la sua pittura per addentrarci in noi stessi e in quello che siamo. Sottili, impercettibili, fugaci come apparizioni delle fiabe, figure sconosciute e simboliche, gli astanti di Nuti invitano ad andare oltre la tela per procedere verso il fondo, e metaforicamente per andare a fondo delle cose, alle radici della nostra coscienza, in una profondità che è elevazione di sentimento e di spirito. Affondare nella materia, prenderne consapevolezza, trattarla con il rispetto dovuto a una madre, lavorarla con perizia e sentimento, è il modo per Paolo Nuti di generare un’atmosfera che per lui è alla base del procedere artistico; è la creazione di un velo di Maya da oltrepassare per poter fuoriuscire dal contenitore tridimensionale che rappresenta la vita. Conscio dei grandi cambiamenti che la pittura ha subito nell’ultimo secolo, ne trattiene i messaggi reinterpretandone le lezioni con originalità. Sapendo che ogni gesto può definire e costruire lo spazio, si permette la possibilità di lavorare su successioni di piani che invitano alla ricerca dell’oltre. Nel suo fare, Nuti mantiene intatta la parte giocosa dell’infanzia che per Klee rappresentava l’unica occasione di guidare una riforma dell’arte. Non c’è leggerezza, tuttavia, se non per lo sguardo appagato al termine dell’opera. bensì rigore, fatica, studio e concentrazione nell’incedere incessante che da anni accompagna il lavoro di Paolo Nuti. Conservando intatta la lezione di Fontana, si sforza di creare dei medium artistici che mettano le persone in contatto con le proprie sensazioni, lasciate libere di vagare una volta oltrepassati gli intrecci, i cancelli, le griglie dall’aspetto squisitamente liberty, che tentando di impedire il passaggio, lasciano vedere attraverso, indicando la possibilità di un altrove. L’apparente dicotomia tra fondali materici ed elementi figurativi iperrealisti origina un equilibrio che racchiude il senso dell’opera, a lungo meditata e interiorizzata. La pittura indica una via di fuga, che può essere simbolicamente indicata dalle ali di un pettirosso o dalla scia di una barca. Sovrana, la luce. Utilizzata per la sua funzione simbolica e trasfigurante prima che come espediente di padronanza tecnica, manifestazione tenace di speranza a cui affidare una cieca fiducia.